diventare genitori è un gioco da ragazzi

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Di papà, figli e mamme in vacanza da sole: preconcetti e visioni e alternative.

8 febbraio 2016


Sembra il titolo di una seria dissertazione, lo so, ma non abbiate paura: si tratta di considerazioni (condite da esperienze personali) che nascono dall'osservazione dello spaccato di vita offerto dalla trasmissione "Chiedi a papà".

 

 

Premessa n.1 –
“Lasciate che i vostri compagni si occupino dei vostri figli, e lasciate che lo facciano a modo loro, senza continuare a intervenire e “correggere”. Sennò perderete un aiuto prezioso”.

Questa frase ha riecheggiato nella mia testa da quando – ancora in gravidanza – l’ostetrica del corso pre-parto l’ha pronunciata. Ed ho sempre cercato di mettere in pratica l’insegnamento.


Premessa n.2 –
Ho scelto un uomo come compagno di vita, e con lui ho scelto di avere un figlio. E so che lui ama nostra figlia come la amo io.
Se così non fosse, se mi mancasse la fiducia in lui, allora avrei fatto un errore di valutazione a monte.
Certo: avrà i suoi modi, sicuramente meno assillanti e protettivi dei miei (e ben venga). E forse sceglierà abiti scompagnati o avrà qualche difficoltà in cucina (non è il mio caso: in cucina la frana sono io!), ma sicuramente metterà lo stesso impegno, la stessa cura e lo stesso immenso cuore che metto io. Declinati al maschile, questo è chiaro.
Che non vuol dire minori, ma differenti (avete mai letto “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”? Andando al succo della questione, dice grandi verità!).


Ciò premesso, ho lasciato mio marito e mia figlia soli per la prima volta a cavallo del primo anno di età di Matilde, ed in una situazione complicata.
Ho dovuto tornare urgentemente dal mare per una questione familiare, e loro sono rimasti, rientrando dopo qualche giorno in nave (eravamo in Sardegna).
Lui è stato fantastico! Ha organizzato per lei una festicciola di compleanno con i miei parenti, ha preparato i bagagli e li ha caricati in macchina mentre lei dormiva, l’ha intrattenuta durante il viaggio, ha usato il lettore dvd per distrarla nei momenti di attesa noiosi in nave, e l’ha pure portata al ristorante, come una principessa!

Ero preoccupata? Un po’, ma solo perché sarei stata in difficoltà pure io, da sola in quella situazione!

 

Da allora, se ho l’occasione, lascio tranquillamente (e volentieri!) mio marito e la bambina da soli per lavoro, ma anche per svago con le amiche. Non succede di frequente, ma succede.

 

Certo: avere amiche senza figli aiuta, perché spesso propongono di fare cose che con altre mamme è difficile pensare (in vacanza ci vai con i figli, a quel punto).
E certo, ho un marito che mi ha sempre detto “vai!”, e si gode i suoi spazi con la nostra bimba. Mi reputo fortunata, per questo, perché vedo che non è per tutte così.

 

Quando capita l’occasione di una vacanza/gita di lavoro mi attraversano una serie di emozioni, che di solito partono dalla voglia fortissima (quando maturo l’idea di allontanarmi) al senso di colpa (quando penso che dovrò dire a mio marito e alla bimba che andrò via qualche giorno), passando ad un senso di insicurezza (da sola, ultimamente, mi muovo così di rado!), un po' di nostalgia (pensando che sarò lontana dalle mia bimba) e, infine, alla gioia e al senso di libertà (quando la cosa è decisa).

 

La questione che lui non riesca a fare le cose no, non mi viene in mente. Abitualmente mi occupo io di gestire la bambina (scuola e impegni), ma lui è perfettamente in grado di fare altrettanto.


Così quando sono via mi godo il fatto di non dover tenere l’orologio sotto il naso, di non dover correre per fare tutto, di poter parlare con altri adulti di cose interessanti, costruttive, divertenti (e in maniera continuativa).
Insomma, di tornare ad essere Maria-Paola-e-basta per qualche giorno, pensando solo a me, a ciò di cui ho voglia, senza dover negoziare una passeggiata in città o trovarmi a fare la doccia in due, giocando a “indovina il disegno sul vetro” col vapore.


Cose di cui non potrei fare più a meno nella quotidianità, intendiamoci, ma da cui prendo le distanze volentieri di tanto in tanto, per poi rituffarmici con nuove energie ed entusiasmo!

 

Mio marito lo capisce, e lascia che io stia serena, gestendo in autonomia le giornate e limitando le telefonate alla sera (salvo emergenze tipo “dove hai lasciato la borsa di judo?”, ché, essendo io una mamma disorganizzata, non preparo tutto per bene prima di partire!).

 

 

Vedendo la trasmissione Chiedi a papà (i venerdì alle 23.05 su Rai 3) mi sono resa conto, però, che la realtà può essere anche diversa, e che la questione allontanamento è più problematica per le mamme che stanno cinque giorni in relax che per i papà che restano a gestire la famiglia e la casa.


Eh, già: emerge che spesso le mamme vivano il distacco con molta ansia, e poca fiducia nel compagno. E che il senso di “indispensabilità” sia molto comune.
Così ho interpellato le mamme del mio gruppo “Genitori a Trento e dintorni” con un piccolo sondaggio.



Cosa ho scoperto?

Su 194 risposte, il 46% delle mamme non si è mai allontanata più di una notte lasciando solo il papà con i figli.
Il 39% di quelle che invece hanno lasciato la famiglia per due o più notti si è allontanata per lavoro; il 18% per vacanza. Molte per partorire. E solo il 6% lo ha fatto più di una volta.


Chi si è allontanata dice di averlo fatto mediamente con serenità: molte hanno lasciato appunti e abiti pronti per i giorni di assenza, alcune hanno chiesto a zii e nonni di dormire a casa loro.
I nonni sono comunque spesso interpellati dai papà per un aiuto (soprattutto se il loro lavoro ha orari poco compatibili con quelli dei figli, o per dare una mano in cucina e in casa).

 

Qualcuna ha affermato di essere partita con una certa ansia, ma praticamente tutte concordano sul fatto che i papà se la sono cavata egregiamente con i figli. Un po’ meno – per alcune – in fatto di ordine e pulizia della casa! Ma non sono poche a raccontare di mariti perfettamente intercambiabili e in grado di gestire ogni aspetto senza problemi (pulizie, cucina e ordine inclusi).



La maggior parte di chi non si è mai allontanata dichiara che non ne ha avuto occasione. Ma alcune ammettono di non sentirsela proprio di separarsi dai figli (raramente che il papà non se la sentirebbe di pensare a tutto da solo), soprattutto se questi sono molto piccoli.

 

Dopo aver letto delle mamme, mi sono chiesta “E i papà? Come vivono l’allontanamento delle mamme da casa?”.
Così ho fatto il secondo sondaggino. Hanno risposto solo in 30, tutti papà che sono stati soli con i figli. Sono stati meno espansivi e chiacchieroni, ma ecco cosa è emerso.

Il distacco è stato principalmente fra 1 e 4 giorni, nel 41% dei casi per lavoro (e un 17% equo fra vacanza e parto).

Mediamente i papà reputano di aver gestito bene la situazione (si danno 4 punti su una scala di 5), trovando le difficoltà maggiori nella gestione del ritmo casa-lavoro (per il 67% dei papà). Per il 19% c’è anche poca conoscenza dei ritmi dei bambini, mentre nessuno ha evidenziato fra i “problemi” l’eccesso di ansia da parte della compagna.

Ammetto di avere il forte dubbio che abbiano risposto solo i genitori più portati a questo genere di ménage familiare.

 

Resta, comunque, che le domande sgorgano in continuazione. Qui si parla di andare via qualche giorno, ma se si tratta di uscire a cena? Lo fate, mamme? Chi esce di più: voi o i vostri mariti?


E poi mi chiedo quale sia la causa e quale l'effetto: il fatto che una mamma si senta il centro della famiglia (e agisca di conseguenza), potrebbe essere un fattore che blocca i papà nel dare una mano e nel partecipare di più e più attivamente?
E quanto le mamme si fanno in quattro per non chiedere aiuto ai papà, mentre magari i papà sarebbero felici di essere più coinvolti (perché, diciamocelo, gestire i figli dovrebbe essere un piacere anche per i papà, mica un dovere noioso e pesante!)?


E ancora: quanto incide l’essere casalinga rispetto all’avere un lavoro fuori casa, sia nel decidere di andarsene qualche giorno che nel fare sempre tutto?

 

La questione è aperta… se aveste voglia di rispondere, io un altro sondaggio lo preparerei!