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L'amore non basta

dott.ssa Paola Maria Taufer - Psicologa Psicoterapeuta


Vita di coppia

Che cosa rende la vita di coppia così difficile? Perché malintesi, incomprensioni e contrasti di interessi appaiono insormontabili?

 

Durante il periodo dell'innamoramento (un tempo corrispondeva al fidanzamento) ciascun partner sente il bisogno di piacere all'altro e si identifica anche negli stati d'animo dell'altro, per es. se uno è triste lo è anche l'altro. In generale entrambi sono felici di andare incontro ai desideri dell'altro: se lo  si rende felice si è soddisfatti e si prova piacere, mettendo da parte il proprio egoismo. E' l'altruismo che scaturisce dall'amore, che – come dice Beck - dopo il matrimonio può venir eroso da più forze.

 

Quando due persone si sposano decidono di impegnarsi “per la vita”: significa affidare ad un'altra persona la propria felicità, pertanto la posta in gioco è ben più alta che in un rapporto superficiale. Entrambe portano delle aspettative riguardanti la vita assieme e il comportamento dell'altro. 

Per es. lei immagina che il marito sia premuroso e sensibile. Lui che la moglie sia responsabile ed equilibrata. In effetti nei matrimoni riusciti i partner riescono a sviluppare in maniera sempre crescente queste qualità con il maturare del rapporto, assieme a lealtà, generosità, rispetto, ragionevolezza e cortesia.

 

Ma i primi anni di matrimonio sono i più difficili perché molti di questi modelli di comportamento non si sono ancora formati oppure sono in una fase iniziale di sviluppo. E' per questo che alla prima delusione vi è la tendenza a capovolgere l'immagine che si ha dell'altro, focalizzandosi su un atteggiamento negativo: mancanza di riguardo, incomprensione, irragionevolezza, irresponsabilità, insensibilità.

 

L' errore in cui si cade spesso è quello di una generalizzazione: da un singolo episodio o da pochi sporadici momenti di disaccordo si trae la conclusione che il rapporto è in disfacimento. E questo porta ad una crisi, in cui ciascuno dei due crede di essere quello che si è adattato di più, che ha soddisfatto le esigenze dell'altro e ha dato più di quanto non abbia ricevuto. Inoltre si sente offeso se viene criticato e nascono sentimenti di distacco o di impassibilità.

 

Credere che nel matrimonio non debbano esserci problemi è illusorio, e una delle difficoltà più evidenti è la comunicazione. Questo ostacolo si manifesta spesso anche nelle terapie di coppia in cui ognuno dei partner rimane ancorato  alle proprie posizioni e soprattutto è convinto che l'altro si debba accorgere dei propri bisogni senza che gli venga chiesto.

In realtà a cosa può portare non parlarsi per tre giorni dopo un litigio? A porre le basi della separazione. E' necessario invece chiarire sempre al più presto le proprie ragioni, comunicando assertivamente.

 

Questo significa che se una frase detta ci ha ferito, non dovremo rivolgersi al nostro partner dicendo ad esempio: “Tu non mi ami più, mi tratti sempre male”, quanto piuttosto “quello che mi hai detto mi ha molto ferito, e vorrei capire qual'è l'aspetto che non condividiamo”.

Quindi evitare di rendere totalizzante un episodio, quanto invece mirare al problema specifico, dandogli i giusti confini.

 

Spesso nella coppia non va tutto male, ma semplicemente non si affrontano le problematicità con chiarezza e con lo sforzo di circoscriverle. Col passare del tempo esse si combinano con altre e trasformano un piccolo lago in un mare aperto da cui non si scorge più la terraferma.

 

Cosa fare?

Qualche suggerimento per vivere meglio il rapporto di coppia:

 

1- Evitiamo di ritenere le nostre opinioni una realtà assoluta: davanti a una questione importante, come ad es. l'educazione dei figli, serve prima di tutto chiedersi se l'altra prospettiva possa essere comunque valida o contenga elementi utilizzabili, favorendo così la possibilità di una mediazione;

 

2- Ascoltate davvero ciò che vi viene detto? In psicologia si definisce ascolto attivo, quella parte fondamentale di una buona comunicazione, che ottiene due risultati importanti: migliora la relazione, perché chi viene ascoltato si calma e sta meglio; migliora la comprensione che noi abbiamo di ciò che ci viene detto e delle sottostanti emozioni che rappresentano l'aspetto più importante, cioè come sta l'altro.

 

3- Non interrompere, ma lasciare che ognuno abbia spazio di dire con calma ciò che pensa, sintonizzandosi quanto più possibile sulla lunghezza d'onda del partner. In fondo, da innamorati ci riuscivamo così bene! Questo significa che è ancora possibile. Ma serve non lasciarsi travolgere da pensieri negativi che ci spingono verso l'irrimediabilità.

 

4- Se da soli non si riesce a migliorare il rapporto, meglio rivolgersi ad uno specialista. Posso assicurare che la terapia di coppia è un valido aiuto per aiutare le coppie a comunicare e capirsi meglio, solo una piccola percentuale ha spinto il rapporto troppo oltre e non vede che la separazione come unica soluzione. Nella maggioranza dei casi non è l'amore che manca, ma la capacità di sintonizzare il proprio stile comunicativo a quello dell'altro. E con dei validi esercizi proposti in psicoterapia questo è possibile e senza troppo dispendio di tempo.