diventare genitori è un gioco da ragazzi

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Essere eroe significa disobbedire

di Isabella Chirico

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Cara Isabella,
ultimamente riflettevo sul fatto che, da figlia, ho realizzato molto tardi - ovvero verso i 24/25 anni - che i miei genitori non erano infallibili, e che potevano commettere errori, come tutti, ed è stato un momento al contempo liberatorio e difficile. Mi chiedo se anche a mio figlio accadrà la stessa cosa, se anche lui idealizzerà me e suo papà al punto, come è accaduto a me, di sentirsi sempre imperfetto e “mai abbastanza" nel confronto con le nostre figure genitoriali. Tu che ne pensi?

Mamma F.

 

Cara mamma,

toccheremo da vicino, grazie alla sua domanda, quella parte “conflittuale” che compone la cosiddetta ‘cultura occidentale’, luogo considerato come un blocco unitario, come luogo di diritti umani, tuttavia ancora poco percepito come componente di conflitto. Componente correlata al diritto a commettere errori, più in generale il diritto di sbagliare, a fare ciò che non è lecito, o addirittura buono. Per dirlo in un’icastica espressione inglese, che suona come una contraddizione, a right to do wrong. Se intesa alla lettera, sembra presupporre, inevitabilmente, un criterio oggettivo di ciò che è giusto o sbagliato - il che, però, appare incompatibile con la possibilità di un diritto a fare ciò che è sbagliato. E se, nell'intento di sfuggire a questa difficoltà, si intende a right to do wrong come il diritto a fare ciò che è ritenuto (da alcuni, da molti, dai più) sbagliato, la coerenza viene recuperata indebolendo l'idea di partenza (l’unione, l’interezza, il giusto, il buono). E il principio sembra presupporre una forma di scetticismo, o agnosticismo.

È altresì vero, e lo sanno bene i bambini, che per crescere bisogna commettere degli errori, bisogna cadere e avere delle indecisioni, incertezze perfino insuccessi, quelli che successivamente aiutano a sviluppare nuovi punti di vista e nuove possibilità di sviluppo. Inoltre, l’ansia da prestazione che garantisce brillanti risultati è la stessa che con il passare degli anni può determinare blocchi emotivi del futuro adolescente, del giovane, infine dell’adulto, che per paura di sbagliare può scegliere di non rischiare e di conseguenza rimanere bloccato di fronte alle scelte e ai rischi che la crescita gli presenta.

Il bambino cresce errando: sbaglia e impara, cade e si rialza, piange e ricomincia.

A volte si può essere vicino al bambino, dicendogli con autenticità quanto bene abbia fatto a ricominciare, ricordandogli che sta facendo il bambino: è normale sbagliare, capiterà per tutto il resto della vita, ed è li che si fonda l’imparare a imparare, senza disistimarsi, senza disistimarlo, ovvero, senza giudizio.

Ma, lasciarlo nella libertà che ogni essere umano possiede, di inciampare e risollevarsi.

Possiamo scegliere in età adulta se tendere la mano, a coloro che inciampano, o al contrario se mortificarli.

Un po’ come quella mano o il sorriso che riceviamo nella prima infanzia.

 

Qui di seguito alcuni pensieri e parole da tenere a mente e da coltivare:

  1.  Tu hai il diritto di sbagliare. Non lo troverai sancito in alcuna costituzione, tuttavia per molti aspetti è uno dei diritti umani fondamentali. Hai il diritto di sbagliare. Hai il diritto di commettere errori. Hai il diritto di fallire.

Molte persone, tuttavia, preferiscono di gran lunga non esercitare questo diritto, semplicemente perché temono il giudizio.

  1. Prova a separare il tuo io dalle tue idee e a concepirle come entità separate, presto realizzerai che in fondo sbagliare non è un’umiliazione. Se una tua idea si rivela fallimentare, ciò non significa che sei tu il fallito. Approfitta dell’errore e degli insegnamenti che può offrirti per sviluppare idee migliori. Prova a consentire alle tue idee di rivelarsi sbagliate senza concepire l’errore come una sconfitta personale.

L’errore è un’opportunità fondamentale di crescita, lo sbaglio è un’occasione per migliorare.

  1. Non identificarti con le tue idee. Se una tua idea si rivela sbagliata, questo significa che non avevi informazioni corrette a disposizione o che non avevi delle specifiche capacità necessarie nell’occasione, ma non significa certo che hai fallito come persona. Perché tirare dentro il tuo io?

Per lasciare il tuo ego fuori dalla porta, prova a fare come suggeriva Winston Churchill – passa da un fallimento all’altro senza perdere entusiasmo.

  1. Quando sbagli scopri i tuoi limiti. Quando commetti un errore individui i confini delle tue capacità. E soltanto ciò ti consentirà di andare oltre questi confini.

Forse allora, dando un valore al fallimento costruttivo nei ruoli genitoriali e nell’essere figlio per sempre, essere eroi significa saper disobbedire alla cultura occidentale con una cultura intelligente, la cultura sapiens: disobbedire significa essere reali, essere presenti, significa conoscere cosa sia lo stato del ricordo di sé, cosa sia la presenza, disobbedire significa rettitudine, percezione reale. Significa smettere di dare energia al sistema, significa smettere di oscillare in un pendolo secondo la polarità del momento, smettere di dare forza al pregiudizio, alle opinioni, al parlare inutile, alla chiacchierata ideologica, alle emozioni negative, dando invece ossigeno alla libertà dal conosciuto, libertà di sentire che esiste un mondo interiore profondo e reale, molteplice e  “divino”, non illusorio come quello, delle volte, esteriore.

 

Consiglio letterario

Ribellarsi è giusto. Teorie e pratiche della disobbedienza civile: un'antologia. Edizioni dell’Asino. Collana biblioteca morale. 2008.

Disobbedienza civile. Henry David Thoreu (1849) ed. 2003, Rizzoli

Disobbedienza. Naomi Alderman. 2007, Nottetempo

Per i bambini

Storie della Buonanotte per bambine ribelli. Elena Favilli e Francesca Cavallo, 2017, Mondadori.

 

Film

Mi chiamo Sam” (I Am Sam) Drammatico, è un film di Jessie Nelson del 2001, interpretato da Sean Penn, Michelle Pfeiffer, Dakota Fanning, Dianne Wiest.

La bellezza del somaro“ Commedia del 2010, di Sergio Castellitto con Laura Morante, Enzo Jannacci, Margaret Mazzantini.

“Casomai” Commedia del 2002, con Fabio Volo, D’Alatri, Stefania Rocca, Fabio Volo, Gennaro Nunziante, Mino Manni.

Alla ricerca della felicità” (The Pursuit of Happyness) Biografico, Drammatico è un film del 2006 diretto da Gabriele Muccino. Gli interpreti principali sono Will Smith, Jaden Smith e Thandie Newton. Oscar al miglior attore, David di Donatello miglior film straniero.

I bambini sanno” Documentario di Walter Veltroni, Italia, 2015.

 

Musica

No Hero - Elisa

Don’t you shut your eyes

And hide your heart behind a shadow

'Cause you can count on me

As long as I can breathe

You should know

I’ll carry out through the night

Through the storm

Give you love, only love in return

I can’t jump over buildings

I’m no hero

But love can do miracles

I can't outrun a bullet

I’m no hero

But I’d take one for you

Sure I would

I’ve fallen from grace

I have much less to say than a sinner

Oh, no I ain’t no superhuman

'Cause that’s just in the movies, I know

But I carry you through the night

Through the storm

Give you love, always love in return

I can’t jump over buildings

I’m no hero

But love can do miracles

I can't outrun a bullet

'Cause I’m no hero

But I would take one for you

I can’t jump over buildings

I’m no hero

But love can do miracles

I cannot run a bullet

'Cause I’m no hero

But I'd spill my blood for you

If you need me to

I'll be there

Yeah, yeah, yeah, yeah, yeah, yeah, yeah

Ooh, ooh, ooh, ooh, ooh, ooh

Don’t say this is over

Looking for better days

Oh, don’t say this over

There’s no loser

Look at the better days

It's just what it gets

I can’t jump over buildings

I’m no hero

But love can do miracles

I can't outrun a bullet

'Cause I’m no hero

But I would take one for you

I can’t jump over buildings

I’m no hero

But love can do miracles

I cannot run a bullet

'Cause I’m no hero

But I'd spill my blood for you

If you need me to

I’ll be there.

 

Non chiudere gli occhi

E nascondere il tuo cuore dietro un’ombra

Perché tu puoi contare su di me

Finché io potrò respirare

Tu dovresti sapere

Che io ti farò attraversare la notte

Attraversare la tempesta

Ti darò amore, ti restituirò soltanto amore

Non posso saltare sopra i palazzi, non sono un eroe

Ma l’amore può fare miracoli

Non posso evitare le pallottole

Non sono un eroe

Ma ne prenderei una per te

Sicuramente lo farei

Ho perso la grazia

Ho molto meno da dire di un peccatore

No non sono un super umano

Perché esistono solo nei film lo so

Ma ti farò passare attraverso la notte

Attraverso la tempesta

Ti darò amore, sempre amore in ritorno

Non posso saltare sopra i palazzi, non sono un eroe

Ma l’amore può fare miracoli

Non posso evitare le pallottole

Perché non sono un eroe

Ma ne prenderei una per te

Non posso saltare sopra i palazzi, non sono un eroe

Ma l’amore può fare miracoli

Non posso evitare le pallottole

Perché non sono un eroe

Ma posso far scorrere il mio sangue per te

Se ne avrai bisogno

Non dire che è finita

Cercando giorni migliori

Non dire che è finita

Non ci sono perdenti

Guarda ai giorni migliori

A quello che ci danno

Non posso saltare sopra i palazzi, non sono un eroe

Ma l’amore può fare miracoli

Non posso evitare le pallottole

Perché non sono un eroe

Ma ne prenderei una per te

Non posso saltare sopra i palazzi, non sono un eroe

Ma l’amore può fare miracoli

Non posso evitare le pallottole

Perché non sono un eroe

Ma posso far scorrere il mio sangue per te

Se tu ne avessi bisogno

Io sarò li

 

Citazione

“I diritti imprescrittibili del lettore.

1) Il diritto di non leggere.

2) Il diritto di saltare le pagine.

3) Il diritto di non finire un libro.

4) Il diritto di rileggere.

5) Il diritto di leggere qualsiasi cosa.

6) Il diritto al bovarismo.

7) Il diritto di leggere ovunque.

8) Il diritto di spizzicare.

9) Il diritto di leggere a voce alta.

10) Il diritto di tacere.

Mi fermerò arbitrariamente al numero 10, in primo luogo perché fa cifra tonda e poi perché è il numero sacro dei famosi Comandamenti ed è bello, per una volta, vederlo servire a una lista di autorizzazioni."

 

(D. Pennac, Come un romanzo, 1992.)