Un bambino oppositivo, come fare?
- la posta della dott.ssa Isabella Chirico -

Vorrei condividere un cambiamento per il quale come mamma mi riscopro impreparata.
Ho un bambino di tre anni, Gabriele, che ha iniziato a frequentare da qualche mese la scuola dell'infanzia. Fino ai due anni Gabriele trascorreva la mattina a casa dei nonni, mentre noi genitori eravamo al lavoro.
Riesco a prenderlo dopo pranzo all'asilo.
Non ha manifestato crisi particolari e ci va volentieri, anche se ho notato un cambiamento considerevole nel comportamento: Gabriele normalmente tranquillo e autonomo, ha in un primo periodo aumentato fortemente i capricci tanto che ora richiede la mia attenzione continuamente.
Non gioca da solo, per ogni cosa che gli si chiede lui fa il contrario...si oppone, non ascolta... La mia pazienza a volte raggiunge i limiti...stento a riconoscerlo!
Come mi devo comportare? È una fase di passaggio o dipende dal cambiamento di riferimenti?
Grazie.
Cristina – Trento
Cara Cristina,
nella fase di crescita del bambino, in questo caso Gabriele è nella fascia della prima infanzia 0 -3 anni, il genitore scopre comportamenti nuovi sui quali la propria risposta può essere inizialmente incerta.
Il prendersi cura, che l’uomo trasmette di generazione in generazione e che verrà introiettato dal bambino, riguarda il ruolo fondamentale dei genitori: nel modo di svolgere questo compito fondante, ciascuno deve ricercare, all’interno del suo dovere, la sua libertà, cercando di far crescere solide radici, l’autenticità delle azioni, nella prospettiva dell’autonomia del bambino, il senso di responsabilità e il buon senso delle regole.
Il comportamento oppositivo di Gabriele, rilevato durante l’ingresso alla scuola dell’infanzia, è il cosiddetto “comportamento del NO”, ovvero del rifiuto ai suggerimenti e indicazioni dei genitori, accompagnato da scatti bruschi spesso con atteggiamenti di sfida verso la mamma e il papà, o a solo uno dei genitori, tendenzialmente la mamma.
Questa fase può avere inizio verso i due anni, fase che è stata identificata in “Terrible Two” (i terribili due), per la quale il bambino assume un comportamento apparentemente anomalo, nella normale vita quotidiana.
Questa fase dello sviluppo della personalità è fatta di due componenti: quella dell’opposizionismo sistematico e quella dell’esplorazione.
Questa fase di crescita esuberante, questo confronto e conflitto con il mondo esterno, manifesta nel bambino la ricerca e la costruzione della propria identità, dei gusti, della creatività, della curiosità, del piacere della scoperta, della volontà del superamento dei limiti, alla conquista di un’autonomia, quindi segnale di uno sviluppo positivo.
In tal senso, il comportamento oppositivo del bambino è segnale di interesse e interazione con il mondo esterno, ci informa che l’attività psico-motoria è stimolata, fino a toccare e coinvolgere la sfera dell’emotività.
Le nuove sperimentazioni del bambino, essendo un’avanscoperta e una novità, richiedono rassicurazioni, da qui la continua pretesa della presenza della mamma.
Le funzioni neurologiche superiori (il sorriso, la parola) e le funzioni motorie si acquisiscono armoniosamente insieme verso il 1º e 2º anno di vita, via via che la scatola cranica aumenta di dimensioni e l’encefalo di capacità anche la memoria si fortifica e il grado di liberta del bambino si associa a un maggior livello di elaborazione.
Verso i 3 – 4 anni questo livello maggiore di elaborazione delle informazioni produce insicurezza nel bambino, incertezza degli affetti, come a dire “sono incerto, dunque sono”.
I capricci sono quindi manifestazioni di un bisogno, di una tappa necessaria e innata, e che costituisce il linguaggio e l’espressività del bambino.
Certamente, come mamma le viene richiesta una grande opera di pazienza, di comunicazione assertiva con il bambino, di comprensione di questo passaggio senza declinare i criteri del comportamento educativo e dei valori a lui dedicati.
La comunicazione assertiva riflette in se stessa un buon metodo per accompagnare questo momento di opposizione nel bambino:
1. ogni bambino è un caso diverso, ogni genitore – educatore educa se stesso, si costruisce nel rapporto con il proprio figlio, ogni decisione presa modifica anche il genitore;
2. preferire un comportamento partecipe, responsabile, che si manifesta chiaramente e che vive il rispetto, quindi con il saper ascoltare e il non farsi prendere dall’ira o dallo sconforto, non minacciarlo né usare punizioni e castighi;
3. non giudicare il bambino, eventualmente fermarsi sui comportamenti prepotenti, rinforzando invece le azioni e i successi positivi;
4. dare poche regole, semplici e chiare, valutando anche il momento del bambino ( se è stanco, ha fame, sonno..);
5. spostarlo di stanza, se in casa, calmarlo, rassicurarlo, ricordando cosa è giusto fare e cosa no e perché;
6. abbracciare spesso il proprio bambino, guardarlo negli occhi e comunicargli tutto l’amore per lui.
La coesione di questo metodo con il genitore-tutore, l’accogliere il comportamento del bambino e il nuovo orientamento educativo sosterranno la crescita sana del bambino.
L’energia spesa oggi sarà il vostro sorriso domani.
dott.ssa Isabella Chirico
Consiglio letterario:
“I no che aiutano a crescere “ di Phillips Asha – Feltrinelli
“Cari genitori” di Franco Panizon – Edizioni Laterza
Cortometraggio
“2 modi opposti di gestire i capricci – Roberta Cavallo”
Poesia
I BAMBINI IMPARANO CIO' CHE VIVONO
Se un bambino vive nella critica impara a condannare.
Se un bambino vive nell'ostilità impara ad aggredire.
Se un bambino vive nell'ironia impara ad essere timido.
Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.
Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.
Se un bambino vive nell'incoraggiamento impara ad avere fiducia.
Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.
Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.
Se un bambino vive nell'approvazione impara ad accettarsi.
Se un bambino vive nell'accettazione e nell'amicizia impara a trovare l'amore nel mondo.
Dorothy Law Nolte
Avete domande? Scrivete a isabella@genitoriedintorni.it
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