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Un bambino che vuole essere sempre perfetto?

- la posta della dott.ssa Isabella Chirico -


"Il mio bambino ha 4 anni, è inserito come “medio” alla scuola materna.

E' un bambino che ama il contatto con le altre persone, molto aperto agli altri e alle esperienze che gli vengono proposte.

 

Tutti lo apprezzano per la sua gentilezza, la sua dolcezza e la sua simpatia.

Le maestre mi dicono che i compagni cercano spesso la sua compagnia: lui gioca con tutti, riesce a vedere sempre il lato positivo di tutte le persone con cui si relaziona, anche dei bimbi che magari si pongono verso di lui con fare aggressivo.

 

Tuttavia, il suo ragionamento – nella paura di essere ripreso sulle regole - insieme al suo parlare di sé come di un bambino "molto carino e molto gentile" - sono parole che si sente spesso rivolgere in famiglia e dagli amici - mi aveva già fatto intuire che lui abbia un'immagine di sé come di un bimbo "perfetto" o forse che gli altri vogliono tale... (?)

 

Stamattina la sua maestra mi ha detto "Il bambino Le ha riferito che ieri l'ho un po' sgridato”?

Il punto era che lui non aveva ascoltato e aveva ignorato una regola.

 

Mentre la maestra parlava, lui era mortificato, dopo un poco piangeva, la maestra lo ha abbracciato, lo ha rassicurato insieme a me, specificando che era solo per imparare.

 

La maestra mi ha detto che lui se la prende tanto quando viene ripreso. Si tratta naturalmente di un piccolo episodio, ma mi dispiacerebbe se lui pensasse, di dover essere sempre impeccabile, se il minimo "neo" gli provocasse dispiacere.

 

Io ero come lui... magari sono proprio io ad avergli inculcato, inconsciamente, questo desiderio di perfezione...

 

Cosa mi consigli di fare per aiutarlo ad accettare i piccoli rimproveri, gli errori, ciò che non va come lui sperava come parte di un percorso di apprendimento e non come qualcosa di cui vergognarsi?"

 

                                                                            Una mamma

 

 

Sbagliando s’impara” è una delle grandi verità: l’errore visto anche come “opportunità” mediante la sua scoperta il sapere si arricchisce.

 

Negli errori s’imbattono coloro che sono impegnati nel fare scoperte, che si mettono alla prova, che tendono a qualcosa di nuovo.

Quando i bambini commettono gli errori, scuola e famiglia, anziché rispondere con severità, eccessiva protezione o indulgenza, dovrebbero spronare il bambino a capire gli sbagli per saper controllarli, assumendo un atteggiamento mentale di costante domanda di fronte all’esperienza e la consapevolezza della relatività di ciò che si conosce, un tollerabile grado d’incertezza, facendolo abituare alla ricerca del dubbio e dell’errore sviluppando un approccio critico per l’età dei bambini.

 

Anche Gianni Rodari scriveva: “Gli errori sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli”.

 

Prima di entrare nel merito della domanda vorrei dedicare qualche istante per riflettere su come reagiamo alle situazioni emotivamente difficili che si presentano nella vita quotidiana:

• Quando siamo nel bel mezzo di una discussione con il nostro partner, reagiamo sempre spiegando con calma e con criterio il nostro punto di vista?

• Quando la vicina ci dà consigli inopportuni, la ringraziamo di cuore per le sue gentili e sagge raccomandazioni?

• Quando cancelliamo per errore un documento dal computer, bruciamo la cena o dimentichiamo di pagare una bolletta in tempo debito, esclamiamo allegri e sorridenti “ Eh va be, cosi è la vita”?

 

Cosi per noi adulti, cosi è per i bambini. Anche il più dolce, intelligente e tranquillo dei bambini non può possedere la capacità di controllare pienamente le proprie emozioni.

 

La conquista dell’autonomia personale è un lungo, per versi sofferto, percorso per il quale il bambino impiega energie per affermarsi. E’ il coronamento di una lunga serie d’indipendenze sia in campo fisico che in quello psichico.

 

Questo percorso inizia dalla nascita e prosegue con le progressive conquiste attraverso le quali si impadronisce degli oggetti, dello spazio e del rapporto con gli altri grazie alle parole, all’abilità manuale e motoria.

 

Ogni conquista, ogni ostacolo superato nel suo cammino gli daranno la consapevolezza di essere un individuo indipendente, libero, ricco di quelle risorse positive necessarie per affrontare autonomamente la propria vita.

 

Come possiamo aiutare i nostri bambini ad accettare le critiche, dentro e fuori dal nucleo familiare?

Esiste ed è riconoscibile il senso della perfezione per il quale l’immagine di sé diviene infallibile?

 

Facciamo un breve salto indietro sulle intelligenze multiple, l’autostima e l’immagine di sé.

 

Gardner, docente universitario di psicologia dello sviluppo e neuropsicologo americano, ha individuato 8+1 intelligenze multiple per le quali l’essere umano si sviluppa integralmente, a volte con sfumature più specifiche in una o più una fra queste.

 

Per rispondere al quesito specifico della mamma vorrei proporre due schemi qui a seguire.

 

Se il suo bambino parte da una buona intelligenza interpersonale (capacità di relazionarsi con gli altri, empatia, socievolezza, conciliazione, collaborazione, valori culturali..) sarà importante potenziare l’intelligenza intrapersonale ( capacità di sviluppare la conoscenza di se stessi, emozioni, sentimenti, attenzione, concentrazione, meta-cognizione e controllo emotivo): ovvero, fluire da un modello efficace di relazione con l’esterno ad uno che consolida l’emotività all’interno.

 

Figura 1

 

Figura 2

 

Figure 1 e 2: schemi dal libro “ PNL con i bambini” di Eric de la Parra Paz.

 

Perché la critica sia costruttiva e accettata, occorre che rispetti 4 punti fondamentali:

 

1. la critica deve iniziare sempre con riconoscimento e lode, esprimendo sostegno e amore;

2. la critica deve essere rivolta allo sbaglio nell’esecuzione e non alla persona, quindi senza aggressione verbale né fisica al bambino;

3. la critica costruttiva ha come obiettivo la correzione di un comportamento o di un’attività, pertanto si deve fornire l’alternativa corretta a quella sbagliata;

4. la critica deve offrire un aiuto al cambiamento che desiderate indurre nel bambino, creando fiducia.

 

Il compito di motivare i figli ad avere successo consiste nel lavorare all’immagine che hanno di se stessi in ogni aspetto della loro vita. L’elemento che influisce di più sull’immagine positiva dei bambini deriva dall’immagine che i genitori hanno di se stessi, dagli atteggiamenti e dai valori.

 

Insegnate al bambino alcune affermazioni, sollecitandolo a ripeterle quando necessario:

- migliori ogni giorno;

- sei intelligente;

- sei calmo, sicuro e sei bravo a fare le cose;

- tu puoi sempre;

- in qualunque cosa credi di riuscire, riuscirai.

 

Ricordate bene: tutto ciò che volete che vostro figlio sia, dovrete esserlo voi per primi.

 

                                                                                        dott.ssa Isabella Chirico

Consigli letterari

“Un genitore quasi perfetto” – Bettelheim B., Feltrinelli, 1987

“Un incontro tra mondi emozionali. Quando si comunica in famiglia.” – Pelamotti L., Eidizioni San Paolo Cinisello Balsamo, 2001

“Genitori efficaci. Educare figli responsabili” – Gordon T.

 

Cortometraggio

Strategie per superare l’ansia nel bambino 

 

 

 

Saggezza Indiana

“ Voglio essere quello

Che mio padre non

E’ mai stato

Perché mio figlio

Sia quello che

Io non sarò mai.”

 

Avete domande? Scrivete a isabella@genitoriedintorni.it