I bambini energici, la fisicità e l’ambiente: l’irruenza amichevole.
- la posta della dott.ssa Isabella Chirico -
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"Cara Isabella,
il mio bambino si chiama Manuel e compie 2 anni tra circa un mese. E’ un bambino energico, tanto che cambia solo se è messo in "castigo", lo accetta a scuola, mentre a casa no, nemmeno per un secondo!
Se mi chiedi di descriverlo mi sovvengono questi aggettivi: “capriccioso", "mammone"(seppur da poco tempo), solare ma anche "lunatico"(...mi dà quest’idea ogni tanto)...
...a scuola, solare/simpatico, generoso ( con il cibo, porto io cose per lui per la merenda come biscotti, uvetta, frutta), sensibile e le insegnanti dicono che è molto “avanti” e capisce tutto, infatti parla tanto...
...fuori, è una macchietta.... Solare/socievole, curioso ( lo è sempre), "monello"(me lo dicono tutti, perché non si ferma mai e mette le mani dappertutto)…
Comunque, cerca sempre la presenza di adulti o di figure più grandi anche per giocare,...e al parco è più facile che attiri l'attenzione di "ragazzine" al posto di maschietti o coetanei.
Essendo molto energico, irruento direi, ti chiedo, come si fa a fargli capire che non deve alzare le mani sugli altri? Grazie, con amicizia."
D.
Cara amica,
il tuo bambino è in quella fase conosciuta e indispensabile, di cui abbiamo parlato in un articolo precedente, chiamata Terrible Two, per la quale il processo di trasformazione e di crescita investe le componenti della corteccia cerebrale e neuro funzionale, fisica, biologica e sensoriale del bambino, che sarà di conseguenza portato a esplorare il mondo circostante con una forte carica legata alla fisicità, quindi ai sensi, alla curiosità dell’immediato, del subito, dell’adesso, del qui e ora.
Immagina il senso della sete e della fame, sono bisogni primari, per soddisfarli se hai sete devi bere subito, cosi come nel momento della fame.
Quella del tuo bambino è una fame di curiosità, in altre parole conoscitiva, di sfide e di conquiste sia personali, sia sociali (a scuola, al parco), che familiari.
Un bambino fortemente energico, può altresì creare un certo senso di destabilizzazione, a lui e a chi gli sta vicino, essendo la sua ricerca sfrenata talvolta può divenire irruenta: cercando di non sottovalutare o sopravvalutare nessun fattore di azione e motivazione, dobbiamo tenere a mente che il bambino in parte rispecchia anche la sfera emozionale, intima e personale di ogni nucleo familiare.
Il che significa che quanto più il bambino osserva, riceve e convive in un determinato ambiente, tanto più tenterà di ripresentarlo o esprimerlo secondo le sue uniche e speciali forme di sensibilità, emozioni (paure, frustrazioni, gioie) e desideri.
Talvolta l’ambiente della scuola è per il bambino un parametro delimitato di regole e situazioni che non solo identificano uno spazio fisico e sociale, ma lo definiscono come Manuel, come bambino di quasi due anni, come bambino in relazione ad altri bambini, condividendo riferimenti adulti e di gioco.
E, a volte, per certi versi, il sentirsi definito, nella fase per eccellenza sconfinata dove tutto è ancora possibile e sconosciuto, può risultare stretto, creando nel bambino una sensazione di tappo sulla bottiglia chiamata voglia di esprimersi e lasciarsi andare, scatenando reazioni veementi, espresse con le mani in modo turbolento e/o fuori luogo tanto a scuola tanto in ambiente familiare.
Ricordiamoci che il tempo nel bambino assume caratteristiche molto flessibili rispetto allo scadere del tempo adulto. Le mani sono il simbolo del contatto e dello scambio: con le mani tocchiamo, accarezziamo, giochiamo, manipoliamo, stringiamo e lasciamo andare, è nelle mani lo scambio di energia tra il sentire “mio” e quello dell’”altro”.
Quando per il bambino questo scambio assume connotati irruenti e con la mani a tratti aggressivi, ci sta manifestando che l’emozione predominante in lui è la rabbia o la frustrazione.
Come trasformare l’irruenza in un fattore amichevole?
1) In principio, genitori e insegnanti sono chiamati a collaborare passandosi diariamente informazioni sul comportamento del bambino in modo oggettivo e non giudicante al fine di focalizzare attentamente la possibile l’origine della rabbia, del disorientamento, della sofferenza, o oppositivita’ del bambino: per escludere o accertare se siano fattori ereditari, biologici ( ormonali o neurobiologici), psichici, ambientali, educativi o relazionali, considerando il fattore crescita come prioritario;
2) A volte il bambino ha bisogno di distanza e di trovare una via d'uscita a una situazione. In questo senso è opportuno dare al bambino l'opportunità di andare in camera sua per concedersi una sorta di pausa. In ogni caso è importante affrontare la situazione di irrequietezza in un secondo momento;
3) Focalizzarsi nella capacità empatica di entrare in comunicazione con se stessi e gli altri, partendo dalla sfera delle emozioni, facendo insieme piccoli esercizi di respirazioni profonde; nel trovare insieme un nome a ciò che si prova nelle situazioni di gioia, paura, desideri e pace;
4) Preferire metodi semplici per ridurre la rabbia, come una palla di plastilina, cuscini, sport ed esercizio fisico possono portare a buoni risultati nella vita quotidiana. La scelta dello sport è importante: iniziare rituali sportivi per piccoli come judo, karate possono aiutare i bambini a raggiungere migliore consapevolezza e controllo del corpo, nonché fiducia in se stessi;
5) L'esempio dei genitori è l'elemento più importante nel campo dell'educazione. I genitori dovrebbero mantenere la calma perché in famiglia andrebbe evitata qualsiasi forma di violenza, evitando castighi e punizioni in particolare fino ai 3 anni;
6) Evitare le situazioni di sovraccarico cercando di limitare gli stimoli e offrendo un ambiente sereno e rilassante ai bambini sovraeccitati. A volte, il consumo continuo di TV (anche da parte dei genitori) e un ambiente domestico troppo caotico possono essere causa di atteggiamenti aggressivi. I bambini hanno bisogno di momenti di riposo in luoghi tranquilli;
7) Guardare oltre la fatica del momento di contenere il bambino: impegnarsi a conoscerlo profondamente nei suoi momenti calmi e in quelli irrequieti, cosa lo disturba e cosa lo calma, agendo con il metodo preventivo;
8) Preparare il bambino alle novità, o mediare con qualche oggetto a lui particolarmente caro;
9) Concentrarsi su alcuni rituali quotidiani, come la discussione di situazioni di conflitto alla sera per aiutare il bambino a esprimere le sue emozioni: o attraverso la lettura di un breve racconto, o chiedendo con semplicità “ cosa ti è piaciuto oggi?”, accompagnandolo con autenticità alla scoperta della bellezza delle piccole e grandi scoperte quotidiane, portando esempi personali ( a me è piaciuto andare al parco con te, ho visto che ti sei divertito; hai visto quanti bambini c’erano? Conosci i loro nomi? E’ bello fare amicizia!);
10) Costruire insieme e creare il rituale de Il Cestino della Rabbia: ogni volta che qualcosa ci indispone ( genitori e/o bambini) scrivere, o colorare, o fare un segno, un numero, o niente su un foglietto e gettarlo nel cestino, come simbolo della rabbia che entra nel cestino. Sarà svuotato il giorno dopo insieme, nei contenitori della carta fuori casa;
11) Curare l’alimentazione dei bambini evitando il più possibile il consumo di zuccheri bianchi aggiunti e preferendo alimenti freschi e naturali, mantenendo l’idratazione allo stato ottimale.
Ricordo nuovamente che ogni bambino è un caso unico e irripetibile, pertanto è bene vigilare con amorevole attenzione agli stati d’animo dei propri bambini, nel caso in cui nel tempo le manifestazioni irruente siano in aumento e improvvise ( non dovute a fattori conosciuti nel bambino), valutare la possibilità di incontrare uno specialista di supporto psicologico.
Consiglio letterario
Margot S. Aiutare i bambini a esprimere le emozioni. Ed. Erickson
Marcoli Alba. Il bambino arrabbiato. Oscar Mondadori
Letture serali per episodi da “ Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry
Film
“La gabbianella e il gatto” ( 1998) – soggetto di Luis Sepúlveda. Regia Enzo D’Aló.
Citazione
Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno, giurò che lo farò. E oltre l'azzurro della tenda, nell'azzurro, io volerò.
Quando la donna cannone, d'oro e d'argento diventerà.
Senza passare per la stazione l'ultimo treno prenderà
In faccia ai maligni e ai superbi, il mio nome scintillerà.
Dalle porte della notte, il giorno si bloccherà.
Un applauso del pubblico pagante, lo sottolineerà
E dalla bocca del cannone, una canzone suonerà.
E con le mani amore, per le mani ti prenderò e senza dire parole, nel mio cuore ti porterò, e non avrò paura se non sarò bella come dici tu, ma voleremo in cielo in carne ed ossa, non torneremo più.
E senza fame e senza sete, e senza aria e senza rete, voleremo via.
Così la donna cannone, quell'enorme mistero volò.
Tutta sola verso un cielo nero, nero s'incamminò.
Tutti chiusero gli occhi, nell'attimo esatto in cui sparì.
Altri giurarono e spergiurarono, che non erano mai stati li.
E con le mani amore, con le mani ti prenderò e senza dire parole, nel mio cuore ti porterò, e non avrò paura se non sarò bella come vuoi tu.
Ma voleremo in cielo in carne ed ossa, non torneremo più.
E senza fame, senza sete, e senza aria e senza rete, voleremo via.
(La donna cannone - F. De Gregori)
Avete domande su particolari atteggiamenti dei vostri bambini?
Scrivete a isabella@genitoriedintorni.it
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