diventare genitori è un gioco da ragazzi

Ispirato e alimentato dall'omonimo Gruppo Facebook

Il teatro che vorrei

Tags : Libri

Il teatro è una "scatola speciale, in grado di raccontare tantissime avventure che possono far emozionare, divertire e soprattutto riflettere"
                                                                                                                    --- Signor Regista

Quattro amici con un progetto da realizzare, un paese abitato da curiosi personaggi, una comagnia teatrale nel posto giusto al momento giusto.

Ecco gli ingredienti di "Il teatro che vorrei", un libro che racconta la magia del teatro ai bambini attraverso una storia divertente, ma anche un piccolo manuale che ne spiega termini e basi teoriche. E un coinvolgente gioco creativo per i giovani lettori.

Volete saperne di più?

Ve lo faccio raccontare direttamente dalle autrici Erica Forlin e Federica Guerretta in questa intervista che ho fatto loro.

                   le autrici Erica Forlin e Federica Guerretta

Chi sono Erica Forlin e Federica Guerretta?
Erica Forlin
, classe 1983, dopo aver frequentato una scuola di recitazione si laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Padova, si occupa di formazione e scrittura teatrale presso realtà pubbliche e private, dedicando parte della propria attività a bambini e ragazzi.

Federica Guerretta Classe 1986, editore, esperta in storia del teatro, insegnante di lingua e letteratura francese. Laureata a Firenze in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo ha conseguito il Master in Ricerca Teatrale dell’Università Sorbonne Nouvelle, approfondendo gli studi sul teatro a Parigi e in Brasile presso l’Università Federale di Santa Catarina a Florianopolis.
Nel 2016 ha fondato a Treviso “Edizioni Federica”, una casa editrice specializzata nella letteratura per l’infanzia.

Come nasce la vostra collaborazione? 
La nostra collaborazione nasce a marzo del 2017, in occasione di un aperitivo organizzato da un’amica che ben conosce la dedizione che entrambe abbiamo nei confronti del nostro lavoro. 
Tra una chiacchiera e l’altra scopriamo che, non solo il teatro è un piacevolissimo interesse che abbiamo in comune, ma entrambe abbiamo un piccolo grande sogno nel cassetto: un progetto editoriale al quale, prima o poi, avremmo dato nome, forma e sostanza. 
Così l’estate del 2017 la trascorriamo pensando ad una trama dinamica e divertente che possa offrire al lettore l’occasione per leggere, vedere, conoscere e sperimentare l’arte teatrale: di lì a poco sarebbe nato “Il teatro che vorrei”,indirizzato ad un pubblico giovane e curioso, che desideriamo sorprendere con una scrittura accattivante, ritmata e ricca di colpi di scena.

E com’è il processo di creazione delle illustrazioni rispetto al testo?
Tra noi autrici e l’illustratrice Luna Colombini ci sono sempre stati grandissima empatia, collaborazione e spirito di squadra: le sue illustrazioni sono parte integrante del testo, lo completano, arricchendo il libro con colori e sfumature che permettono al lettore di cogliere anche i più piccoli dettagli e di conoscere i volti dei protagonisti.
Essendo Luna a Firenze e noi a Treviso, le occasioni di confronto durante il work in progress sono state fondamentali: le riunioni telefoniche erano il più delle volte seguite da un viaggio in Toscana, per poter discutere e ragionare su ogni passaggio della realizzazione del libro.

Riassumete il vostro libro in poche righe per i nostri lettori?
Sospesi tra realtà e immaginazione Dodo, Henry, Gin e Sissi si muovono tra le strade del borgo di Canovaccio, popolato da curiosi personaggi. I quattro amici hanno in mente un progetto e per realizzarlo hanno bisogno dell’aiuto di tutti gli abitanti che non tarderà ad arrivare! 
90 pagine di pura fantasia scritte come un vero e proprio copione teatrale, in cui i protagonisti accompagnano il lettore alla scoperta della magia del teatro. 

Cosa vi ha spinte a scrivere un libro per bambini che parla di teatro?
Ogni giorno, nel nostro lavoro, riscontriamo l’importanza di questa disciplina.
Quando incontriamo i nostri allievi percepiamo il loro desiderio di “saperne di più”: ci raccontano di essersi immedesimati nei personaggi, di aver provato più volte la stessa battuta per trovare l’intenzione più appropriata, di aver letto il testo ai loro genitori e ai loro amici o di aver improvvisato una lezione di teatro in giardino o in salotto.
Da sempre abbiamo colto un vivo interesse nell’arte della recitazione; abbiamo quindi pensato che scrivere un libro, dedicandolo ad un determinato target, potesse senza dubbio impreziosire e arricchire la conoscenza di questa disciplina. 
I bambini e ragazzi hanno bisogno, come in tutti gli ambiti, di indicazioni precise che permettano loro di acquisire consapevolezza di ciò che fanno: le nostre linee guida le abbiamo volute mettere a disposizione attraverso “Il teatro che vorrei”.

Che caratteristiche positive ha quest’arte nello sviluppo di un bambino?
Il teatro offre infiniti spunti di riflessione per quanto riguarda lo sviluppo e la crescita individuale del bambino: gli permette di scoprire le proprie emozioni e quindi di conoscere meglio se stesso, gli consente di partecipare in maniera attiva (nel totale rispetto dei tempi del singolo) ad un’azione corale e condivisa. Grazie al teatro un bambino ha la possibilità di sperimentare i diversi ma pur sempre efficaci modi di comunicare: attraverso la parola (linguaggio verbale), il gesto (linguaggio non verbale) e le intenzioni (linguaggio paraverbale).
Infine, ma non meno importante, “fare teatro” è vivere un’esperienza immediata e diretta, in qualsiasi luogo decidiamo questo possa accadere: a casa, a scuola, in un parco o in un bosco (come hanno scelto di fare i nostri protagonisti!).

Una storia fantasiosa, avventurosa e divertente, ma anche ricca di informazioni pratiche e spiegazioni: per chi è pensato “Il teatro che vorrei”? A chi si rivolge/ a chi lo consigliereste?
Il teatro che vorrei è dedicato ai bambini e ai ragazzi incuriositi da questo mondo, ma non solo: consigliamo la lettura anche ai genitori, agli educatori e agli insegnati che desiderano proporre un’attività originale ai propri figli o studenti.
Spesso le librerie e le scuole ci contattano per presentare il nostro libro e, contestualmente, condurre un workshop-laboratorio durante il quale raccontiamo ai docenti come utilizzare il testo all’interno del gruppo classe. 
L’aspetto interessante, che permette di utilizzare il libro anche come un vero e proprio strumento didattico, è che nel nostro racconto (volutamente) non esistono protagonisti e comparse: a tutti i personaggi abbiamo dato la stessa importanza. 
Questa modalità di scrittura corrisponde perfettamente ad una delle nostre più vive convinzioni: il teatro è di tutti e per tutti.
Il nostro obiettivo, inoltre, è raccontare le infinite sfumature dell’arte teatrale, che non si limita alla sola “visione di uno spettacolo” ma che abbraccia emozioni, gesti, parole e, soprattutto, esperienze. Ci permette di entrare in contatto con gli altri e con noi stessi, rivelando tratti del nostro carattere e della nostra personalità apparentemente nascosti.

Vi siete ispirate a qualche bambino in particolare, creando Dodo, Gin, Henry e Sissi?
E chi è il vostro personaggio preferito?

Dodo, Gin, Henry e Sissi, sono nati dalla nostra fantasia: ovviamente avevamo ben in mente i tratti caratteriali e fisici che desideravamo mette in evidenza. Questa è una peculiarità della scrittura teatrale (e non solo!). Ogni personaggio deve essere accuratamente delineato per poter rimanere impresso nella mente dello spettatore e, nel nostro caso, del lettore.
Per questo motivo non c’è un personaggio al quale siamo più legate rispetto ad un altro: abbiamo a lungo ricercato la schiettezza di Gin, la musicalità di Dodo, la precisione di Henry e l’atteggiamento poetico di Sissi.
Anche per quanto riguarda gli altri protagonisti c’è stato un vero e proprio studio del personaggio: nomi, atteggiamenti, intenzioni, tutto è stato calibrato secondo le nostre esigenze narrative.

Il libro stimola, alla fine, a mettere in pratica le varie informazioni raccolte durante la lettura, con l’invito a mandare alla Casa Editrice i testi prodotti. Avete avuto modo di leggere qualche scritto dei vostri giovani lettori? 
Tutto il materiale che ci è arrivato lo conserviamo con grande orgoglio: la fantasia dei bambini-scrittori è davvero infinita e, ogni volta che abbiamo l’occasione di leggere ciò che scrivono, rimaniamo piacevolmente stupite dalla loro bravura. 
Spesso allegano al testo alcuni disegni: c’è chi dipinge il proprio personaggio preferito, chi disegna un teatro o chi ci manda l’immagine dei nuovi protagonisti inseriti nel racconto!

Avete in programma nuovi libri? Magari una nuova avventura per i quattro piccoli amici de Il teatro che vorrei?
Le avventure dei personaggi de “Il teatro che vorrei” sono in continuo divenire: a breve dedicheremo le nostre energie ad un’iniziativa alla quale potranno partecipare tutti i lettori del nostro libro.
Per il momento non possiamo svelare troppo perché stiamo definendo alcuni dettagli, ma siamo certe che sarà una piacevolissima sorpresa per chi ci segue.

A tal proposito vi invitiamo a seguire le nostre pagine social per rimanere aggiornati su tutte le attività in programma!

Sito web: www.edizionifederica.com

Facebook: Edizioni Federica 

Instagram: edizionifederica 

Instagram: erica_forlin

E ricordate: il teatro è di tutti e per tutti!