Leggere senza stereotipi: si può volare sopra le parole?
Cari tutti,
prima di tutto Buon Anno!
Questo mese vorrei proporvi qualcosa di nuovo: il racconto dell’esperienza di lettura che ho fatto nelle scorse settimane insieme a mio figlio (5 anni).
Come sempre, sono andata a caccia di libri presso la meravigliosa Biblioteca dei ragazzi di Trento e lì, aiutata delle bibliotecarie, ho trovato delle letture molto stimolanti, che hanno tutte un elemento in comune: si propongono di abbattere gli stereotipi e i preconcetti che spesso abbiamo verso gli altri o meglio verso l’altro da noi, cioè verso chi differisce da noi per questa o quell’altra caratteristica o scelta.
Di ogni libro vi racconterò la trama e la lezione che ho imparato leggendolo e ascoltando i commenti di mio figlio.
Il primo libro di cui vi voglio parlare è Io sono così di Fulvia Degl’Innocenti e Antonio Ferrara, ed. settenove. Codice: B DEGL 5.
L’ho letto insieme a mio figlio dietro sua richiesta: il formato dell’albo lo ha subito incuriosito in quanto guardandolo ha intuito che si tratta di un libro che si “srotola”.
Nella prima pagina si legge «Mi piace quando…» e nelle pagine successive «Mi piace quando corro nel parco inseguendo un pallone […]», «Mi piace quando mi azzuffo con mio fratello e ci rotoliamo sul lettone come per fare la lotta ma senza farci male», «Mi piace quando faccio sparire una patatina dopo l’altra e poi mi lecco le dita spolverate di sale», «Mi piace quando apro una nuova scatola di mattoncini e li incastro uno sull’altro fino a costruire un’astronave o un veliero vichingo» e così via, fino a quando leggo «Non mi piace quando mi chiamano maschiaccio» e ancora «Non mi piace perché io sono una bambina. Una bambina e basta».
E qui ho srotolato il libro, su cui compare a questo punto l’immagine di una bambina dai capelli ricci che indossa jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. Reazione di mio figlio? «Pensavo fosse un maschio!»
Gli ho chiesto perché e lui mi ha detto: «Perché fa cose da maschio!».
Ecco, lezione n.1: anche un bimbo di 5 anni NON legge senza stereotipi.
A questo punto gli ho raccontato dei giochi che facevo io da bambina: bambole e pistole, pentoline e Lego. Gli ho anche confessato che il gioco che mi piaceva di più in assoluto era “Alien”: io, mio fratello e mia cugina facevamo finta di essere nella famosa astronave di Alien e il tutto era una scusa per sparare a destra e a manca con le nostre pistole giocattolo.
Mio figlio a questo punto mi ha detto «Ah! Va bene…», ma devo ammettere che mi guardava con sospetto… (!) Meditiamo…
Il secondo libro che ho letto con mio figlio è quello che più ci ha fatti divertire. Si intitola Il libro delle famiglie speciali di Thaïs Vanderheyden, ed. Clavis (titolo originale Dat is toch heel gewoon [purtroppo non è indicato il nome del traduttore]). Codice: B VANTH 2.
Questo albo è una meraviglia e ve lo consiglio assolutamente! Seguendo un simpatico bruco-postino si va in visita a tutte le famiglie di animaletti del bosco che vivono nel Condominio Felice. Il bruco deve consegnare a tutti una lettera misteriosa e man mano che entra nelle case cerca anche una delle sue scarpe da ginnastica blu, chiedendo al lettore di aiutarlo nell’impresa.
Questo elemento ha conquistato mio figlio e così, condotti su e giù per la quercia-condominio, abbiamo incontrato tante famiglie, tutte speciali: Lella e la sua mamma – il papà di Lella è un esploratore ed è partito per un lungo viaggio; la famiglia Volpe: mamma, papà e due cuccioli – vivono tutti a casa della nonna Volpe «che è anziana e non può vivere da sola»; mamma coniglio, dalla pelliccia nera, e papà coniglio, dalla pelliccia bianca, con il loro figlioletto Pippo, dalla pelliccia nera a pois bianchi; le donnole Tino e Dina con i loro 7 figli: 3 sono figli di Tino, 3 di Dina e 1 è figlio di entrambi ma tutti vivono come un’unica grande famiglia; Topino e Topetta hanno adottato cinque maggiolini, perché loro non potevano avere figli; Chicco il Picchio ha due papà, Arturo e Camillo, che non potendo deporre uova ma desiderando tanto un figlio «hanno adottato un uovo abbandonato in un nido»; il signor Gufo non è sposato e non ha figli perché «non ha mai desiderato una moglie e dei cuccioli: preferisce il silenzio, la tranquillità e i suoi libri»; Otto e Olga Cicogna non hanno figli, «sono sempre molto occupati con la loro Agenzia di Distribuzione di Figli, così hanno deciso di non averne di propri»; infine c’è la famiglia Ricetti: mamma, papà e due figli – sono i nuovi inquilini e la lettera misteriosa distribuita a tutti gli inquilini del Condominio Felice era il loro invito ad una festa condominiale.
Mio figlio ha immediatamente fatto un parallelo fra le famiglie rappresentate nel libro e le famiglie che lui conosce nella vita reale: per ogni famiglia presentata nell’albo ne ha trovata una - all’interno della nostra famiglia, delle nostre amicizie e conoscenze - che corrisponde perfettamente.
Lezione n. 2: i bambini posano il loro sguardo puro sul mondo e del mondo prendono l’essenziale - la bellezza e la sincerità dei rapporti umani, così come sono.
Il terzo libro che ho letto con molto piacere insieme a mio figlio è La famiglia C di Pep Bruno e Mariona Cabassa, ed. kalandraka (titolo originale La familia C [purtroppo non è indicato il nome del traduttore]). Codice: B PERS 21.
Qui si racconta di una stravagante famiglia in cui il papà «ogni mattina […] prepara la colazione» - un po’ a testa in giù, un po’ in equilibrio sul tavolo dando prova di abilità funamboliche - mentre la mamma legge il giornale - con una tuba rossa in testa, pantaloni giallo canarino e stivaletti stringati rossi, declamando i titoli con un megafono – e il figlio prepara la cartella con impeccabile tecnica da giocoliere.
Scopriamo poi che la mamma lavora in un ospedale dove fa distrarre gli ammalati con giochi e magie, mentre il papà fa il sarto e il figlio va a scuola con grande piacere. Arrivata la sera i tre cenano rapidamente e poi vanno insieme al circo, dove si godono il loro spettacolo preferito. Di questo libro mio figlio ha apprezzato l’armonia famigliare ritratta sia dalle parole che dalle belle e coloratissime immagini.
Lezione n. 3: gli stereotipi riguardo i ruoli attribuiti ai maschi e/o alle femmine esistono – vedi Lezione n. 1 -, ma non sono ancora così radicati da creare il rifiuto di una rappresentazione “alternativa” rispetto a quanto spesso veicolato da TV, libri scolastici, pubblicità. C’è speranza!
Ora vi parlo di un libro che mi piace da matti: ETTORE, l’uomo straordinariamente forte di Magali Le Huche, ed. settenove (titolo Hector, l’homme extraordinairement fort, traduzione di Maria Chiara Rioli). Codice: B LEHU 3.
È la storia di un uomo forzutissimo che lavora in un circo dove fa numeri straordinari, come sollevare con un solo dito lavatrici piene di bucato. Ettore è innamorato della ballerina del circo, Leopoldina. Per lei sta realizzando qualcosa di esclusivo: un tutù con pompon tutto fatto a maglia. Si, perché Ettore «ama lavorare a maglia e fare l’uncinetto».
Quando i due domatori scoprono questa passione si prendono gioco di lui e lo umiliano davanti a tutti. Ma un evento imprevisto trasforma l’hobby di Ettore in ciò che salva il Circo e i suoi artisti, così che Ettore si prende una bella rivincita sui suoi rivali e conquista definitivamente il cuore della sua Leopoldina.
Sia io che mio figlio abbiamo trovato questa storia dolcissima e Ettore ci è stato subito molto simpatico, perché lui è quel che si dice un vero gentiluomo: non raccoglie la futile sfida che gli viene lanciata dai suoi rivali, non si tira indietro quando si tratta di aiutare gli altri e ha tenere attenzioni per la sua amata. Davvero un tipo giusto! E il fatto che sappia sferruzzare ce lo fa piacere ancora di più, perché apprezziamo molto le persone creative.
Lezione n. 4: Una bella persona è una bella persona, indipendentemente da cosa le piace, come si veste, che sport fa. I bambini questo lo sanno meglio degli adulti, perché loro a differenza nostra non giudicano, si limitano a constatare.
L’ultimo libro che vi segnalo è Mi piace spiderman… e allora? di Giorgia Vezzoli, ed. settenove. Codice: B RN VEZ 1.
Questo libro, secondo me, è per bimbi dai 6/7 anni in su e ancor più interessante per noi adulti. Mio figlio ha mollato a metà libro… non è stato catturato dalla storia. Ma naturalmente non è detto che questo accada con tutti i bimbi della materna.
Cloe, la protagonista, è una bambina con una passione sfegatata per Spiderman. Come darle torto? Spiderman è fantastico davvero! Però sembra che tutti – dalla zia al cartolaio ai suoi compagni di scuola – ritengano bizzarro e fuori luogo questo suo amore per il mitico eroe Marvel e Cloe inizialmente ne soffre un po’.
I suoi genitori però sono sempre al suo fianco e incoraggiano i suoi gusti, che altro non sono che la voglia di vivere liberamente la sua vita: bambole e supereroi, carte dei Pokémon e nascondino.
Alle domande di Cloe i genitori rispondono con serenità ed equilibrio: «Ho chiesto a mamma e papà perché tutti pensano che Spiderman è solo dei maschi e perché tutti credono che esistono giochi da maschi e giochi da femmine e non invece giochi per tutti. E la mamma mi ha detto che sono cresciuti così. […] Poi ho chiesto alla mamma cosa potevo fare per spiegare ai miei amici che quello che dice la pubblicità non è vero, e che non esistono giochi da maschi e giochi da femmine. Il papà allora ha detto che bisogna giocare con le cose che ci piacciono e indossare quello che vogliamo, senza pensare se è da maschio o da femmina, così gli altri vedono che tutti possono farlo.»
Ma questi sono solo alcuni degli stereotipi e preconcetti con cui Cloe si confronta e che i suoi genitori la aiutano a decifrare, in modo che la bambina cresca sicura di sé, attuando anche un cambiamento nel piccolo Universo in cui gravita – scuola, famiglia, amici. Così, alla fine del libro Cloe racconta: «[…] sono andata in camera a giocare. E quando sono uscita avevo Trilly in una mano e Spiderman nell’altra e ho detto: ‘Io dalla vita voglio amore, felicità e calmezza», che poi è ciò che vogliamo tutti, no?
Lezione n. 5: vivi e lascia vivere. O, per dirla con i Beatles, Let it be!
Buona lettura!
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