Gentilezza da leggere

Cari colleghi genitori (colleghi, si, perché fare il genitore è un mestiere – un mestiere artigianale, a mio avviso. Il mestiere più bello e difficile del mondo, sicuramente. Un mestiere in cui non si smette mai di imparare).
Cari colleghi genitori, dicevo,
questo mese voglio parlarvi di due libri sulle buone maniere, quindi, in sostanza, parliamo di educazione, rispetto e gentilezza.
Il primo è Léon e le buone maniere di Annie Groovie (titolo originale Léon et les bonnes manières, traduzione e adattamento di Daniele Martino), ed. Girangolo. Codice: R 395 GRO 1.
Léon è un piccolo ciclope a cui l’autrice ha dedicato una serie di albi illustrati, tutti molto divertenti, e che ritroviamo anche in una serie di cartoni animati trasmessi dal 2007 alla TV canadese (Paese d’origine di Annie). Come nei cartoni animati, anche nel libro non ci sono molte parole, in compenso i personaggi fanno un sacco di versi e rumori buffi e questo elemento dà a noi genitori l’opportunità di sbizzarrirci per far ridere i nostri bambini. Io ho addirittura dovuto interrompere la lettura perché mio figlio si stava talmente sbellicando dalle risate che quasi non respirava!
Léon affronta a modo suo tutta una serie di situazioni della vita quotidiana. Ogni tavola dell’albo ritrae il piccolo ciclope alle prese con la pratica delle buone maniere e prima di ogni situazione illustrata l’autrice pone una domanda a cui risponde con un SI o un NO per poi lasciare spazio alle vignette e concludere con una spiegazione semplice e spesso divertente. Ad esempio: «DIRE PAROLACCE? NO - A volte, quando qualcosa ti va storto, avresti voglia di sparare una bella parolaccia. Magari lì per lì ti sembrerebbe un bello sfogo, invece non è bello per niente, e può dare davvero fastidio agli altri.» oppure «SERVIRE LE SIGNORE PER PRIME? SI – Questo gesto di cortesia verso le femmine potrebbe anche essere visto come una forma di galanteria ormai antiquata e ridicola. Ma servire le donne per prime è ancora una buona abitudine, e un eccellente trucchetto per far colpo sulle ragazze!».
Ritengo che questo albo illustrato sia uno strumento utile per parlare di buone maniere con i nostri bambini ridendo insieme. Anche se i nostri bimbi sono tutti molto educati, un ripasso non fa mai male. Nemmeno a noi!
A questo proposito, vi presento il secondo libro che desidero condividere con voi: Manuale di buone maniere per bambine e bambini di Giusi Quarenghi e AntonGionata Ferrari, edizioni Rizzoli. Codice: B 395 QUA 1.
Questo è il libro che ho più apprezzato fra i due. Secondo me è una vera chicca, un libro che dovremmo tutti tenere a casa, a portata di mano.
Lo adoro perché è un libro pieno di ritmo e rime. E poi perché è un libro equilibrato. Si. Un libro che parla di buone maniere in modo critico. Non nel senso che critica le buone maniere, ma nel senso che strizza l’occhio a noi genitori per ricordarci che a volte pretendiamo troppo dai nostri bambini, soprattutto quando vogliamo da loro ciò che noi non facciamo per primi. Eh si! Questo piccolo gioiello di libro ci dice in rima che l’esempio conta più di mille parole e anche che a volte i nostri bimbi fanno le pesti non perché a loro manchi la vocazione del “gentilbambino”, ma perché gli manchiamo noi!
«A tavola oggi sarò perfetto,
gomiti vicini e busto eretto.
Non uno sputo e nemmeno un rutto,
boccon boccone, mangerò tutto.
Pulisco la bocca, anche le ascelle?
Non lecco le dita, ma le padelle?
Chiedo permesso una volta, due, tre…
a chi, se nessuno mangia con me!?»
Alle tavole in cui viene dipinto il bimbo perfetto, da manuale, si alternano quelle, come quella qui su, in cui è il bimbo a parlare e, poiché i bimbi sono “la bocca della verità”, preparatevi a un bel viaggio nelle vostre (nostre) mancanze (che sono umane, naturalmente, come umani sono anche i nostri piccoli!).
«Il gentil bambino dà un bacio al nonno o alla nonna quando li incontra dopo un po’ di tempo, e sono tutti contenti. Magari dà un bacio al nonno o alla nonna anche senza nessuna ragione, per dolcezza e affetto, appunto […] Gioca con loro, anche se a volte non sono bravissimi con i giochi nuovi. […]»
E alla pagina successiva, voce al bambino:
«Ma se dai nonni non mi porta nessuno
come posso baciarli bene,uno per uno?
Come faccio a volergli bene
se non stiamo mai insieme?
Appena sono grande abbastanza
la cancello io questa distanza.
Vado a trovarli, li faccio giocare
e guai a chi ci vuole sgridare!»
Le pagine dedicate alla voce del bambino solo colorate di un bel verde salvia metallizzato e così questo libro può essere letto a piacimento come un manuale di buone maniere per soli bambini, come un manuale di saggezza e riflessione per soli genitori o nella sua interezza, magari con bambini dagli 8 anni in su, per riflettere insieme a loro su certi meccanismi e certe contraddizioni dei comportamenti nostri e loro.
Non resisto a trascrivere per voi uno dei passaggi di questo libro che più mi stanno a cuore e mentre lo leggo ho in mente We Are Golden di Mika. Quello è un inno agli adolescenti, alla loro bellezza, che gli adulti molto spesso non capiscono o credono di comprendere senza davvero approfondire la conoscenza dei loro ragazzi. Ecco, qui c’è il grido di ribellione del bambino a cui si dice sempre NO e a cui si chiede rispetto senza darglierlo per primi, del bambino che può essere migliore solo grazie al nostro esempio e che può essere più educato, ma rifiuta (giustamente!) di essere ammaestrato:
«Ma può crescere da solo un gentilbambino
come una specie rara in un giardino?
Non ci vuole anche un gentilpapà,
una gentilmamma e qualche gentilnonsisà?
[…]
Io ho una domanda che mi frulla nella testa
vorrei proprio dirla, eccola, è questa:
perché i grandi quando si vogliono insultare
“non fare il bambino!” si mettono a gridare?
Perché dire “sei proprio un bambino!”
suona come “sei solo un cretino”?
[…]
Smetterò le lagne, finirò i lamenti,
farò meno capricci, darò pochi tormenti.
ma con un sorriso che più gentile non si può
dichiaro deciso, e lo ripeterò:
“Si, posso diventare un gentilbambino.
Ma non sarò mai un gentil-cre-ti-no!!”»
Il libro si conclude con una sezione dedicata a noi adulti:
«Attenzione: questa parte di libro è per i grandi,
e infatti è scritta in piccolo.
Se volete avere un gentilbambino,
dovete prima essere gentili voi.
Gentili, garbati, attenti, rispettosi.
Altrimenti la faccenda non funziona.
E non potete pretendere che un bambino si comporti bene
se voi per primi vi comportate male o così così.»
Segue una filastrocca ricca di “tirate d’orecchie” per noi genitori, ma si tratta di tanti spunti di riflessione che possono aiutarci a crescere con i nostri bambini.
Concludo con un’altra citazione che mi sta a cuore:
«Il mondo è un posto più bello
se siamo tutti più gentili.
Non è difficile: basta volerlo, e farlo.
Allora, ci proviamo?
Insieme viene meglio»
Buone letture gentili!
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