Irene e lo Studio Acler
Mompreneurs - Irene Acler
Sono Irene, libera professionista da 5 anni, traduttrice, docente di lingue (inglese e spagnolo) e consulente linguistica.
Perché sono arrivata a scegliere la libera professione?
Riavvolgiamo un attimo il disco... Nell'ormai 2008 mi laureo, con tante speranze e aspettative per il futuro. Speranze e aspettative che ben presto si scontrano con la dura realtà, con il mondo del lavoro.
Inizio a mandare curriculum prevalentemente ad aziende, a dire il vero senza un'idea precisissima in testa di quello che volevo veramente fare. Pensavo "ma sì, impiegata in qualche azienda import-export, in modo da usare le lingue straniere".
Nessuna risposta ai CV che mandavo, ed inizia a farsi sentire la frustrazione, l'incapacità di trovare qualcosa.
Nel 2009 decido di seguire un corso annuale in Management della piccola e media impresa, ed inizia ad aprirsi un mondo di contatti, amicizie, possibilità.
Terminato il corso, inizio a pensare alla libera professione.
In fondo adoro le lingue, mi piace tradurre, dai, ci proviamo!
Mando CV ad agenzie di traduzione ed aziende... non è facile, molti non rispondono, e se rispondono, passa anche un anno!
Ma sono tenace, non mollo, ho deciso che è questo quello che farò: tradurre.
Decido quindi di aprire la partita iva, inizio ad avere i primi clienti, e il mio database si ingrandisce sempre di più.
Inizio anche a insegnare inglese e spagnolo presso aziende locali, e il giro si allarga.
Sono davvero contenta del percorso che ho fatto, con i suoi alti e bassi, perché sento che in questo modo sono realizzata professionalmente e riesco a conciliare questa attività con la mia famiglia.
Nel 2011 è nata la mia bimba, Petra, e ho sempre continuato a fare questo lavoro, grazie naturalmente all'aiuto preziosissimo del papà e dei nonni!
Molti affermano che basta essere liberi professionisti e fare la mamma diventa un gioco.
Beh, non è proprio così.
La libera professione, pur dando un maggior margine di manovra rispetto a un dipendente, richiede comunque costanza e degli orari precisi dobbiamo averli anche noi.
Io per esempio mi ritrovo a lavorare la sera tardi, e talvolta durante il weekend, se arriva un progetto di traduzione urgente.
Ho lavorato fino al giorno stesso del parto, e una volta a casa ho subito ripreso!
Questo per dire che con il mio tipo di attività devo cercarmi i clienti, dedicarmi al marketing, occuparmi del sito web.
L'attività non si esaurisce con la "semplice" traduzione.
Ci sono attività correlate estremamente importanti e imprescindibili per poter andare avanti.
Non è facile essere liberi professionisti, soprattutto in un paese come l'Italia che tende a mettere i bastoni tra le ruote a chi avrebbe voglia di mettersi in gioco.
Il problema più grosso sono le tasse da pagare: praticamente metà del fatturato se ne va... e non è giusto.
Se dovessi tornare indietro e decidere del mio futuro? Rifarei lo stesso percorso, rifarei la traduttrice, ma altrove, sicuramente non in Italia.
Irene Acler
Traduttrice e docente
www.studioacler.com
ULTIMI POST